Cresciamo insieme Il Diario di una mamma

L’oggetto Transizionale: cos’è e perché è importante per i bambini?

12/11/2020

In questo articolo scopriremo l’importanza dell’oggetto transizionale ed il motivo per cui in bimbo lo porta sempre con se. Quindi leggiamo insieme qual’è il suo valore per i nostri piccoli

Ci troviamo di fronte a qualcosa che prima o poi noi genitori dobbiamo imparare, come dico io “a chiamare per nome”. Stiamo parlando dell’oggetto transizionale. Avete presente quell’oggetto da cui il vostro bambino proprio non riesce a staccarsi? Lo porta ovunque, il suo legame con l’oggetto è quasi preoccupante, soprattutto per le mamme più apprensive. È successo anche a me, con il mio primo figlio. Quando l’oggetto transizionale ha giocato un ruolo fondamentale nella vita di mio figlio, che in quel caso non riguardava sempre e solo un oggetto, ma qualcosa che lui potesse tenere perfettamente tra le mani, a misura perfetta delle sue mani, questo mi preoccupava, l’ansia voleva agire al posto mio impedendogli di portarlo ovunque, ma poi la mamma comprensiva che vive dentro tutte noi, mi ha permesso di rispettarlo e di aiutarlo in quel periodo molto importante e particolare della sua crescita. Ho imparato che questa è una fase importante nella vita di un bambino, perché inizia a relazionarsi con il mondo oltre mamma e papà. Ma arriviamo al dunque: perché i bambini decidono di affezionarsi ad un oggetto, al così detto: “Oggetto transizionale?

Questo ce lo spiega la nostra dott.ssa Elvira Iris de Angelis .

Che cosa è per i bambini l’oggetto transizionale?

“L’oggetto transizionale è un oggetto a cui il bambino si affeziona diventando un “sostituto” della figura genitoriale nei momenti in cui la sua assenza può generare angoscia.
Tale oggetto preferito, che spesso viene definito “coperta di Linus”, rassicura il bambino nei posti e nei momenti in cui è assente la figura genitoriale di riferimento. Solitamente si tratta della mamma ma può essere anche il papà. Non dimentichiamoci che entrambe le figure genitoriali giocano un ruolo fondamentale.

Donald Winnicott è stato il primo ad introdurre il concetto di oggetto di transizione riferendosi alla comparsa, durante un particolare momento dello sviluppo infantile, di oggetti che assumono un significato speciale per il bambino e di cui i genitori riconoscono intuitivamente l’importanza.
Si tratta di un oggetto che non fa più parte del corpo del bambino ma non è ancora pienamente riconosciuto come realtà esterna. Esso è un oggetto reale ma, dal  punto vista del bambino è il suo primo possesso e si manifesta quando il bambino comincia a differenziare tra il Me e il non-Me.
Questa consapevolezza matura tra gli 8 e i 12 mesi, periodo in cui i bambini scelgono un oggetto a cui si affezionano particolarmente.

Perché il bambino si affeziona particolarmente all’oggetto transizionale?

L’ oggetto di transizione rappresenta la persona che si sta cercando di sostituire e quindi pur essendo un oggetto reale, è astratto il suo sostituire la persona assente.
Il suo scopo, infatti, è la rassicurazione che l’altro esiste anche durante la sua assenza in modo da rendere tollerabile la separazione.

momenti in cui il bambino sente maggiormente bisogno dell’oggetto di transizione possono essere molteplici:

– momento della nanna, in cui la notte fa paura e genera angoscia da separazione;
– momenti da trascorrere con i nonni, con gli zii o con amici di famiglia;
– momenti da trascorrere al nido, all’asilo o in ludoteca;
– appuntamenti dal dottore/ dentista/ terapista;
– momenti da trascorrere fuori casa in posti nuovi e sconosciuti.

L’oggetto di transizione può essere un peluche o una bambola da abbracciare e stringere a sé, può essere una pezzolina o copertina morbida su cui c’è il profumo di casa o della figura di riferimento, può essere un animaletto o un pupazzetto piccolino da stringere in mano o qualcosa da custodire in tasca. Insomma ogni bambino sceglie il suo oggetto preferito in base al proprio istinto e potrebbe cambiare in base alle varie fasi o momenti di crescita.


Il bisogno e attaccamento all’oggetto di transizione può durare anche fino a 5/6 anni di età, ma ovviamente ogni bambino è unico, ogni situazione è da considerare nella sua totalità e con le sue caratteristiche senza generalizzazioni sterili.”

“Soltanto mentre gioca che l’individuo, bambino o adulto, è in grado di essere creativo e di fare uso dell’intera personalità, ed è solo nell’essere creativo che l’individuo scopre il sé” ( Donald Woods Winnicott)

Bibliografia:
Winnicott  D.W (1953).  Oggetti transizionali e fenomeni transizionali. In: Dalla Pediatria alla Psicoanalisi  Martinelli , Firenze. Winnicott D.W (1971).  Gioco e realtà . Armando editore,  Roma.

 
Articolo a cura di: dott.ssa Elvira Iris de Angelis Psicologa e Terapista ABA-VB Autismo – Operatrice di Training Autogeno segui la pagina Instagram @psicologram

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